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Liberator Erik

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Nome: Erik
Età: 33 
Paese: Svezia
Emofilia A
Sfida: scalare il Kebnekaise

 

 


Nome: Ida
Età: 28 
Paese: Svezia
Ruolo: trail runner professionista

Coach Ida

Ciao, mi chiamo Erik. Sono un avventuroso 33-enne amante della natura più di ogni altra cosa. Amo anche i buoni libri e film, e ogni tipo di gioco. Mi alleno regolarmente per dare al mio corpo quello di cui ha bisogno per le mie prossime imprese.

Per me è importante dimostrare, non solo a me stesso ma anche agli altri, che nonostante abbia una grave emofilia A posso affrontare le stesse sfide di chiunque altro.

La mia ultima sfida è salire sul Kebnekaise, la più alta montagna della Svezia. E non appena arriverò in cima, sarò pronto per la prossima sfida. Da qualche parte nel modo. Verso una nuova avventura.

1st BLOG POST

Mezza estate, preparativi e traslochi

Giugno, estate, caldo. Una stagione in cui anche per chi non è più bambino diventa ragionevole gettarsi in acqua. Questa sarà un’estate da vivere, ma anche per rinnovare, per lavorare, per allenarsi e socializzare.

Mezza estate

Ho celebrato la mezza estate nella tranquilla Misterhult, su una coperta da picnic con un po’ di frutta e bacche. Gli anziani, vestiti nei costumi folkloristici tradizionali svedesi, ballavano attorno al palo di mezza estate, proprio come dovrebbe essere. Finora è stata una tipica estate svedese, con un picco massimo di calore di 35 gradi ed un minimo di 11, quindi nessuna sorpresa :) 

Preparativi per la scalata

Durante la mia prima conversazione con Ida abbiamo parlato principalmente di come impostare il mio allenamento prima dell’escursione in cima al Kebnekaise. Si è parlato di corsa e di camminata, di intervalli sia in salita che in discesa. L’allenamento intervallato è una forma di esercizio che ho sempre apprezzato, si ottiene molto in un breve periodo di tempo. Hai veramente la sensazione di spingere il tuo corpo al massimo. Niente ti fa meritare un po’ di riposo più di un intenso allenamento intervallato.

L’allenamento è andato un po’ così così, ma almeno le zanzare mi hanno motivato a correre veloce. Ci sono un sacco di insetti che ti rincorrono in estate. I migliori motivatori sono gli “Älg flugor” (tafani), speri sempre che non ti raggiungano :) 

Trasloco in vista

Tra poco arriverà il momento di traslocare: ancora un po’ di stucco, di smerigliatrice e di carta da parati, e poi potrò rilassarmi un po’. Data la mia inesperienza nelle ristrutturazioni, ho lanciato un sacco di maledizioni. Le cose non vanno sempre come vorresti, e alcuni materiali sembrano avere una volontà propria. Comincio a sentire che la scalata si sta avvicinando. Mi sento in buona forma, rimane da vedere se il meteo sarà altrettanto buono. 

2nd BLOG POST

Il tempo vola! Ho finalmente concluso sia il trasloco che la ristrutturazione dell’appartamento, e il risultato finale non è proprio malaccio.

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Adesso c’è tempo per concentrarsi di più sui preparativi, godersi l’aria aperta e fare qualche corsetta. E forse è proprio quello di cui avevo bisogno. Dopo tutto, non sai mai quanto dura sarà una sfida finché non l’affronti. E non puoi nemmeno viaggiare senza provviste.

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Stiamo pensando di prendere la via Abisko-Nikkaloukta, passando per il Kebnekaise verso la fine.Al momento al nord fa caldo quasi come al sud, ma Ida raccomanda comunque vestiti caldi e scarpe con molto grip, perché non si sa mai.Mi sento davvero entusiasta ora, non rimane molto tempo. Ma fino ad allora, spero che voi tutti vi godiate il resto dell’estate!

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3rd BLOG POST

Ho finito per prendere il treno, in modo da poter vedere alcune parti della Svezia che altrimenti non avrei visitato. Ma finora le cose non stanno procedendo molto in fretta – dopotutto, è un viaggio piuttosto lungo. Una volta lì, la miniera si staglia imponente davanti a me – è essa stessa un’attrazione. A causa sua, alcune parti della città di Kiruna sono state letteralmente spostate.

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Ho ritrovato la carica con un po’ di colazione. Più tardi usciremo per comprare un po’ di cose last-minute, prima di dirigerci verso Abisko. Il nostro viaggio inizierà da lì, qualunque cosa il meteo deciderà di fare. Il Kebnekaise è a pochi giorni di distanza. Potrebbe esserci silenzio radio per un po’ – devo vedere come sarà la ricezione. Ma farò del mio meglio per farvi vedere delle belle foto delle montagne svedesi.

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Ida mi ha augurato buona fortuna ancora una volta e mi ha chiesto di accertarmi di avere con me tutto l’essenziale. Ci vediamo!

4th BLOG POST

Giorno 1

Arriviamo ad Abisko con il bus il 16 di luglio alle 15:57, facciamo la tessera della STF (l’associazione turistica svedese), pesiamo il nostro bagaglio e procediamo.

Per il primo tratto, camminiamo lungo un canyon dove il fiume più avanti si alza. Incontriamo una grande quantità di zanzare, che sembrano felici di vederci. Ovviamente non siamo molto impressionati dalle zanzare. Il cielo è coperto, il percorso è relativamente facile e riusciamo a mantenere un ritmo costante. Scattiamo alcune foto, ci fermiamo in un punto per la meditazione (ce ne sono molti lungo il sentiero) e continuiamo a camminare verso Abiskojaure, la nostra prima tappa. Qui piantiamo le tende, facciamo una sauna e andiamo a fare skinny-dipping per la prima volta nelle fredde acque di uno jokk (ruscello).

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Giorno 2

Abbiamo dormito ragionevolmente bene, per essere in tenda. Piove. Uno o più uccelli credevano che la nostra tenda fosse una toilette. Quindi, inevitabilmente, abbiamo iniziato la giornata con un po’ di pulizie.

C’è un piccolo cottage dove si può preparare la colazione e latrine aromatizzate per la routine mattutina. Facciamo i bagagli in fretta. La camminata di oggi sarà di circa 24 chilometri, ed è la parte del tragitto dove lo scenario di montagna sarà più maestoso. A quanto pare, il percorso punta rapidamente verso l'alto e verso l'esterno del parco nazionale di Abisko. Il meteo continua a bagnarci, e veniamo anche ingannati da un breve squarcio di sole.

Ora che riusciamo vedere a grande distanza, scorgiamo montagne alte e lunghe vallate. C’è un bel lago proprio a est del sentiero, e un recinto per l’allevamento delle renne a ovest. Il vento soffia, il percorso diventa roccioso e l’escursione più complicata. Di tanto in tanto sorpassiamo escursionisti felici, salutiamo e scambiamo qualche parola. Questo tratto dell’escursione richiede più tempo, ma con le molle ai piedi raggiungo il campo pieno di energia e prima della mia compagna.

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Giorno 3

Dopo aver socializzato ad Alesjaure e aver fatto provviste, discutiamo se fare uno o due tratti. Forse è la spinta del Kebnekaise che ti stimola a tenere un ritmo serrato, o solamente la sfida di vedere quanto riesci a camminare.

A pieno carico e a causa del percorso accidentato, lo sforzo aumenta. È uscito il sole e il caldo si fa sentire. Un uomo di mezza età si avvicina a passo svelto lungo la pista. Ha dimenticato il thermos, e deve farsi un chilometro extra per recuperarlo. Sfortuna, ma può succedere. Il percorso è circondato dal verde e pieno dei tipici fiori di montagna. 

Ci stiamo dirigendo verso il passo più alto del Kungsleden, il passo Tjäkta, che si trova a 1.160 metri sopra il livello del mare. Più si sale e più il paesaggio sembra alieno. Adesso ci sono molte rocce da superare, il sentiero si vede appena. Ci sono estese macchie di neve che dobbiamo attraversare. Ma presto scenderemo ancora, lungo il nostro percorso verso Sälka.

Questo tratto dell’escursione è stato piuttosto duro per la mia compagna, che ora ha le vesciche ai piedi; decidiamo quindi di prenderci del meritato riposo a Sälka.

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Giorno 4

Oggi salgo in cima al Kebnekaise. La cosa difficile è stata decidere quale percorso seguire. La maggior parte degli escursionisti sceglie un tragitto differente e una diversa strategia, e io sto per scoprire il perché. Abbiamo cambiato un po’ i piani, dato che Frida non è in grado di raggiungere la cima. Quindi mi sono convinto a seguire il percorso Sälka - Durlings Led - Västra Leden - Kebnekaise - STF Kebnekaise. Non dovrebbe essere troppo difficile.

Ma mi stavo illudendo. Quando il sentiero Durlings Led entra nella valle, il percorso scompare. Si cammina tra le rocce e le pareti inclinate della valle, è difficile proseguire e i piedi fanno male. Ma ci sono dei lati positivi. Attraverso un bel prato fiorito, nel mezzo della valle. Alcune persone ci hanno piantato delle tende, dicendomi che dovrei fare lo stesso.

Ma essendo testardo...

Continuo lungo il sentiero senza un arrivo in vista, mi fermo per una fika (la tradizionale pausa caffè svedese) e incontro un danese, che ritiene che sia troppo lontano arrivare in cima, troppo grande la differenza di altitudine.

Alla fine, aveva abbastanza ragione. Al termine del sentiero Durlings Led devo attraversare della neve. Affondo ogni passo nella crosta ghiacciata e i piedi diventano sempre più bagnati. Ora vedo una ripida pendenza alla fine, verso il sentiero occidentale. 

Una volta lì, inizio la ripida salita di circa 400 metri. Il fondo è di rocce e ghiaia, ed il passo diventa piuttosto faticoso. Sono stanco, il sole scalda dall’inizio della giornata, e mi accorgo di non aver portato con me i sali minerali. Ma posso solo andare avanti.

La strada per la cima è pesante e lenta, ma fortunatamente incontro altri escursionisti e sull’altipiano un’allegra coppia norvegese mi dà un po’ di zuppa salata. Ora riesco a vedere il cono innevato che è la punta meridionale del Kebnekaise. Ci sono le condizioni meteo che desideravo. La vista è magnifica. È incredibile essere quassù; una volta arrivati la stanchezza non ha più importanza.

Si può scendere scivolando dalla cima, ma bisogna prestare attenzione perché i versanti sono ripidi e non ci si può ancora rilassare. Dopotutto, c’è ancora molta strada da fare per scendere al rifugio STF Kebnekaise. Il tragitto Sälka – rifugio STF Keb è di circa 32 km, un dislivello di circa 1.600/1.800 m (c’è un passaggio piuttosto fastidioso a Kaffedalen, che comporta un dislivello di altri 200 metri, sulla via del ritorno) da fare ovviamente anche in discesa. Penso che sia andata bene. È stata dura, e decisamente non era quello che mi aspettavo. Pensavo fosse più facile. Il percorso è più una lotta contro le rocce, che una facile escursione.

Ma la vista era incredibile, e spero che un giorno tutti abbiano l’opportunità di visitare il Kebnekaise. 

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5th BLOG POST

È sempre dura quando finisci un’escursione; hai un po’ di dolori e indolenzimenti qui e lì, e un senso di sollievo. Ma per esperienza, so che ogni escursione ti fa desiderare di più; vuoi tornare là fuori, vuoi vedere di più. C’è qualcosa di magico nello stare in piedi sulla cima di una montagna a guardare il paesaggio; per un attimo, ti senti in armonia con il mondo. È così che mi sono sentito, scalando il Kebnekaise. È stato più faticoso di quanto mi aspettassi, e la cosa mi ha stupito un po’. Naturalmente c’erano percorsi più facili di quello che ho scelto io per arrivare in cima. Sono piuttosto felice. Tornerò ancora, non appena ne avrò l’opportunità. 

Ma ora è tempo di rilassarsi. Grazie a tutti per aver dedicato del tempo a leggere il mio racconto! Vi auguro un felice anno.

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